domenica 9 ottobre 2011

Estate e ritorno

Freddo. Era troppo tempo che non se ne sentiva più neanche parlare. Ieri sera improvvisamente sono rispuntate giacche scure, maglioni e cappellini. La gente è andata a casa prima la notte, l'occhio pesto di molti era incorniciato da un bel colorito verde/giallognolo proprio della popolazione Milanese d'inverno. Quel piccolo animaletto che è in me mi ha ricordato quanto sia bello stare al caldo sotto una coperta piuttosto che stare in strada a gozzovigliare. Mi viene sempre un po' di tristezza a pensare che arriva l'inverno. Sia perchè la gente, bisogna dirlo, un po' si intristisce, sembra più stanca e più "rinunciataria"; sia perchè la "bella stagione" è oggettivamente più bella e più colorata (anche se "la brutta stagione" non si è mai sentito).


Quest'estate è passata lenta. L'ho vista scivolare sotto di me, ho visto cambiare i colori della città. Ecco, forse avrei dovuto fare come quelli che fanno una foto al giorno dallo stesso punto e poi te le fanno vedere in sequenza veloce (non credo comunque che lo farò mai). Agosto è stato mortale, quasi  stantìo. Un caldo così non lo sentivo da anni. Andavo ad una media di 8/9 docce al giorno. Le docce più insoddisfacenti dell'anno. Sudavo già dentro la doccia...un cane che si morde la coda. La città era deserta ed era, "tutta mia" come la canzone. Ho fatto conoscenza con persone che d'inverno non avevo notato. Per un po' di giorni mi è sembrato di vivere in un paese. Il barista sotto casa mia ha messo (illegalmente, ma io l'appoggio per questo) un tavolino fuori e per qualche giorno mi sono messo a leggere il giornale in canotta e ciabatte davanti ad un bel cappuccio. Mi sentivo in Sicilia. Mancava solo la granita e il brioscione. Certo l'asfalto (malleabile) della zona Centrale non aiutava.



Agosto è un mese strano per stare a Milano. Ci si rende conto dell'assurdità di questa città. Sembra quasi che davvero sia stata costruita per lavorarci dentro, e non per viverci, come se davvero non esistesse una vera differenza tra vivere e lavorare. E non appena si può non lavorare...scompaiono tutti. TUTTI! Di colpo. Chiudono negozi, bar, ristoranti e locali e tutti gli altri servizi, tutti nello stesso momento e per lo stesso periodo di tempo. Non ci sono neanche più sigarette nè benzina nei distributori 



Una città fantasma, popolata di gente che si riscopre, guarda un po', vogliosa di fermarsi a fare due chiacchiere. Ce la si racconta, si fanno le 6 del mattino a non fare niente. Si cammina in mezzo alla strada, ti senti in un non-luogo ed in un non-tempo. La città è in standby, lucina rossa lampeggiante. Si respira.

Poi di colpo. Senza preavviso. Tornano, TUTTI. Tutti insieme e tutti incazzati neri. Tutti svogliati di tornare a lavorare (= vivere?), tutti con ancora in corpo le serate a guardare le stelle e ad ubriacarsi. Tutti abbronzati, rassodati e vestiti in maniera curiosamente un po' etnica, per far vedere che il posto dove sono stati per tre settimane, in fondo, li ha un po' cambiati (quei vestiti ed accessori finiranno dentro un armadio e non ne usciranno più, a meno di qualche imprevista festa in maschera).

Per tutti questi "moderni Robinson Crusoe" quella città ferma ed ammutolita non è mai esistita. Sono tornati e la città è già veloce ed incazzata. Nessuno ha voglia di correre ed incazzarsi, ma è inevitabile non farlo, e così corrono e s'incazzano...e sbraitano e progettano. Settembre è il mese di preparazione all'inizio dell'inferno. L'1 Ottobre in quanto ad attività, traffico, inquinamento, facce gialle, e "produttività" potrebbe essere equiparabile, che ne so, al 18 Gennaio.



A quelli come me che hanno vissuto la città lenta e "senza tempo" è rimasta però una piccola consapevolezza: non è che la città sia veloce ed incazzata di suo, sono le persone che non hanno voglia di viverla, ma che "ci lavorano" e basta, che la rendono tale. Welcome home guys...("Valavurà!")

Piccoli angoli di "non tempo" comunque rimangono anche d'inverno. Sono ben nascosti e vanno cercati...tra un'incazzatura e l'altra cercherò di trovarli. Ci vediamo lì?

ilmolinari

1 commento:

  1. vero, l'osservazione dei movimenti di massa collegati ai ritmi di lavoro è curiosa, ancora di più oggi che in effetti non avrebbe più senso. La scomparsa della gente in agosto era dovuta a quando c'erano le fabbriche e molte perone di origine meridionale dell'italia per la festa della Madonna tornavano a trovare genitori e nonni e intanto negli stabilimenti rimanevano solo le squadre di manutenzione a fare cose che non si potevano con la produzione in corso, Poi senza l'alterazione climatica dovuta al global warming l'agosto era il mese più caldo e afoso in padania. E non c'era l'internèt e i fonini skype e amenità varie. Oggi è ancora più assurdo, i nonni e forsa anche i genitori non ci sono più, la fabbriche sono ridotte al lumicino, il cliema dà due colpi di caldo il luglio e in agosto è fresco, quindi l'affollarsi tutti nei luoghi di villeggiatura è diventato una moda per farsi vedere insieme, non si gode neanche troppo per code e casino, e i poveri operatori turistici si stressano per 20 gg e poi piangono. Solo alcuni pochi sboroni fanno le vacanza alternative. negli uffici se dici che vai via in giugno o settembre si strappano i capelli ed i capi ti guardano male, anche se tu verresti in agosto a fare cose utili anche con 'estero che non si ferma, anzi i tedeschi ci deridono , anche se loro vanno via tutti in luglio, ma per stare un pò al sole.Una qualità sostenibile sarebbe cambiare e fare un pò a turno, tra maggio e ottobre, senza esodi biblici e svuotamento delle città, questo sarebbe una cosa bella e anche economica, permetterebbe uno sfruttamento delle strutture turistiche, darebbe lavoro a più gente, non ti incazzeresti per la code, ci sarebbero meno incidenti e morti, il PIL (U) salirebbe di 2 punti...ma una moda così non prende, persino il "governo" chiude e quest'anno piangevano perchè la crisi più grave del secolo li ha trattenuti un pò a votare l'assurda seconda manovra...i penso che sia perchè tutti vogliono fasi vedere insieme, chi in mutande al mare chi col berretto di alpino, chi con la muta da sub e meglio sui giornali in posti rinomati...e poi dicono che l'umanità è intelligente!

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